Casote
Mi incuriosivano e non c’era volta che non mi fermassi ad osservarle per chiedermi quale fosse la loro funzione, chi le avesse costruito e in quale periodo.

Il loro aspetto primitivo, a volte misterioso, la forma schiacciata, la copertura erbosa sopra la nuda pietra e l’ingresso buio che non permetteva di vedere all’interno, trascinava la mia mente altrove.
La realtà lasciava il posto all’immaginazione e la fantasia si lanciava in storie fiabesche popolate da gnomi, folletti o altre creature del bosco capaci forse di costruire quelle strane abitazioni.
Ora che sono cresciuto le cose sono cambiate. Quindi che i folletti o gli spiriti del bosco non esistono e che le “strane abitazioni” sono le casote, manufatti contadini eretti in tempi ormai lontani.
Le casote rappresentavano (e per alcuni rappresentano ancora oggi) una realtà concreta dei nostri monti ed erano spesso indispensabili.
Costruite per soddisfare un bisogno quotidiano di protezione e protezione di uomini e attrezzi da lavoro, conobbero una straordinaria diffusione in tutto il nostro territorio.
Nei secoli passati, quando l’economia locale si fondeva con i lavori contadini, le casote costituivano una componente importante del lavoro quotidiano.
Oggi la realtà è cambiata, i lavori contadini sopravvivono in casi isolati, sono mutati i ritmi di vita e le abitudini.
Le nuove generazioni vedono la montagna come una meta da raggiungere, un luogo dove divertirsi, un posto dove godere di uno splendido panorama.
Oltre a questo, la montagna era in passato fatica, lavoro ma anche fonte di soddisfazioni, amica e compagna di chi sapeva modificarla e adattarla alle proprie esigenze in assoluto rispetto.
La memoria e il ricordo di questi tempi sono ancora vivi tra la gente, orgogliosa delle proprie radici e legata a tradizioni secolari.
Le casote fanno parte di questo passato da riscoprire e si offrono come testimonianza tangibile della vita di un tempo lontano.
