La nostra storia

Le origini del gruppo

Per ritrovare le origini del gruppo dobbiamo tornare indietro ai primi anni dopo la fine della prima guerra mondiale.

Gli Alpini di Civate, pur numerosi, non avevano ancora un Gruppo proprio, ma facevano riferimento alla Sezione ANA di Lecco, nata nel ’21.

Fu solo, infatti, dopo cinque anni dalla conclusione della prima guerra mondiale, nel 1923, in occasione di un riconoscimento ufficiale della figura dell’alpino Antonio Valsecchi, ormai congedato col grado di Sergente Maggiore, ufficializzato dall’inaugurazione del Monumento agli Alpini a Milano, opera dello scultore Emilio Bisi, che anche a Civate si ritenne opportuno fondare un Gruppo indipendente dall’Associazione Nazionale Alpini.

Così, di fronte a un riconoscimento tanto grande, che rendeva orgogliosi gli Alpini civatesi, nacque il Gruppo di Civate, ispirandosi alle gesta del sergente maggiore pluridecorato Antonio Valsecchi e a un altro “personaggio” particolare del paese, Calocero Brusadelli, meglio conosciuto da tutti come “Caroscen”.

Anzi, fu proprio lui a fondare col Valsecchi il Gruppo e a divenirne il primo capogruppo: una carica che rivestirà sino al 1940, quando il testimone passa ad Antonio Valsecchi.

La fondazione ufficiale e i primi anni del gruppo

Nel 1923 dunque, Calocero Brusadelli, Caroscen, e Antonio Valsecchi, Batta, davano vita al gruppo Alpini di Civate, assieme agli altri reduci civatesi delle truppe di montagna.

Brusadelli, nato nel 1885, nonostante Valsecchi avesse ottenuto diversi riconoscimenti al valor militare di cui poteva fregiarsi, era il più anziano, decano del Gruppo e primo presidente.

Egli era stato di recente decorato con la Medaglia d’Argento al Valore Militare per il suo comportamento esemplare alla Meletta Davanti, sopra Asiago, il 20 novembre 1917.

Dopo la prima guerra mondiale, aveva costituito una Società Anonima, come s’usava allora, per la vendita e lavorazione del latte, che conservò per tutta la vita.

Caroscen e il Batta, amici da sempre, ma non per questo delle stesse opinioni, si sostengono per anni nelle attività di collaborazione sociale e parrocchiale.

Entrambi sinceri credenti e cattolici di vecchio stampo, furono fianco a fianco nella secolare Confraternita del SS. Sacramento e come membri del Coro della chiesa e della Fabbriceria della parrocchia di Civate.

Restano ancora famosi, fra gli anziani del paese, le loro accese discussioni e gli scherzi reciproci, ma soprattutto la serietà e la dedizione al lavoro e alla famiglia.

Antonio Valsecchi diventa presidente

Sembrò quindi naturale che anche nel Gruppo Alpini di Civate si passassero il testimone.

Così, nel 1940, all’inizio dell’entrata in guerra dell’Italia, fu Antonio Valsecchi a sostituire il Brusadelli come Capogruppo degli Alpini civatesi.

Egli, infatti, poteva fregiarsi di diversi riconoscimenti al merito e solo il rispetto dovuto al vecio Caroscen, a cui aveva comunque sempre fatto da consigliere e valida spalla, l’aveva tenuto un po’ in ombra.

Antonio Valsecchi era entrato nella storia degli alpini per i suoi atti di eroismo durante la guerra italo-turca in Libia nel 1912, che, finite le munizioni si mise a combattere lanciando sassi respingendo l’avanzata nemica.

Rappresenta lo spirito di sopravvivenza.

Nel 1912 con il battaglione Edolo è impegnato nella compagnia di Libia, di stanza a Derna, a difesa della torretta “Milano”. Nella notte tra L’11 e il 12 febbraio vengono sorpresi da un attacco nemico, ingaggiando una lotta serrata.
Rimasti senza munizioni, Antonio Valsecchi, pur riesce a ferire a strappare un masso scagliandolo sui nemici. I compagni riprendono coraggio e imitano il loro compagno finché i nemici disorientati, scappano.

Per rendergli omaggio, Emilio Bisi realizza una scultura che lo ritrae nell’atto di scagliare un macigno contro gli assaltatori nemici, difendendo con successo la posizione.
Un atto che viene definito “eroico gesto di estremo ardimento”.

Le sedi storiche del gruppo

Alla fondazione del gruppo nel 1923 non c’era una sede come la intendiamo oggi, infatti allora, gli alpini si ritrovavano semplicemente in casa di qualcuno di loro.

La prima sede riconosciuta come tale viene citata come la casa di PEDER L’OSTE.

La seconda sede

Successivamente si hanno ricordi di un locale in PIAZZA TORRICELLA.

La terza sede “Fiacca”

Negli anni dal 1964 al 1979 la sede si trovava in via CHERUBINO VILLA, da Felice, detto “Fiacca”.

La quarta sede nella Casa del Pellegrino

Negli anni 1979 fino al 2001 la sede era nei locali della parrocchia ex casa del sacrestano, oggi CASA DEL PELLEGRINO, in piazza della chiesa.

La nuova sede

Fino ad allora, le sedi furono di fatto provvisorie, nel senso che non erano proprietà del Gruppo, così nell’anno 2000, il gruppo decise di costruirne una propria dove proseguire la sua storia.